La storia del Folk: sai che...?

Le Danze Folk Romagnole sono l’evoluzione di una musica colta e per pochi eletti

Il Folk ha accompagnato la storia e l’evoluzione della nostra nazione

In un primo momento il volteggiare delle coppie abbracciate a ritmo di musica suscitò scandalo e fu oggetto di censura

Le origini Ballo Romagnolo

Gli inizi

Fino alla prima metà dell’800 negli ambienti aristocratici del centro Europa si ballavano ancora minuetti e gavotte. Ma la classe borghese sentiva il bisogno di una musica nuova, coinvolgente e dinamica.

Così alla corte di Vienna e nei salotti dei ricchi borghesi arrivarono l’allegra Mazurca dalla Polonia, la vivacissima Polka danza contadina ceco-boema e naturalmente il Valzer ( dal tedesco Walzer che significa “Ballare”) e fu rivoluzione!

Dalla corte imperiale...

Questa nuove danze suscitarono scandalo: si cercò di proibirle, criticarle e censurarle perché prevedevano il volteggiare di coppie al suono di una musica nuova che sembrava espressione di peccaminose passioni.

Tuttavia l’allegria e i ritmi di queste nuove melodie che favorivano il ballo e il divertimento si diffusero in tutta Europa.

... alla Romagna

Dall’Europa Valzer, Mazurka e Polka arrivarono anche in Italia e si diffusero soprattutto in Romagna, dove, fino a quel momento, si ballavano i “balli staccati” (i componenti della coppia danzavano senza toccarsi) come il Trescone, la Furlana e il Salterello, la Monferrina.
Le orchestre da ballo non erano molte e a diffondere la conoscenza della nuova musica da ballo furono i suonatori ambulanti.

Capostipite del ballo folk romagnolo fu Zaclén, o Zaclòn, che in dialetto romagnolo significa l’anatroccolo; all’anagrafe Carlo Brighi (1853-1915), che a Bellaria (città natale della moglie) adibì parte della sua casa a sala da ballo con il nome di "Salone Brighi" dove, specialmente nei pomeriggi domenicali, affluiva gente da ogni parte della Romagna.

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Ancora oggi il detto “Taca Zaclén!” è un invito ai suonatori perché inizino lo spettacolo. L’orchestra di Zaclén passò poi al figlio Emilio che, negli anni '20, assunse il giovane violinista Secondo Casadei che contribuirà in maniera decisiva alla diffusione del Liscio.

Il termine Liscio si dovrebbe riferire alla musica che non ha il carattere sincopato.
L'aggettivo liscio però servi anche ad indicare il Tango, che, modificato, non presentava più figure ritenute volgari e sconvenienti: infatti i maestri e gli organizzatori di gare per obbedire agli usi e alla morale dell’epoca lo “purgarono” rendendolo “Liscio”.
In seguito il termine Liscio fu usato per definire una tipologia di ballo.

La Mazurka, la Polka e il Valzer hanno sempre avuto larga diffusione; il Valzer poiché può essere ballato girando sia a destra che a sinistra, ha conservato ovunque le sue caratteristiche. La Mazurca e la Polka hanno subito variazioni e modificazioni.
Le danze folk sono definite “Liscio Romagnolo” perché si sono affermate in Romagna grazie ad un’originale personalizzazione.
Tutto ciò ha causato l’esigenza alle Associazioni dei Maestri di Ballo di fissare delle regole valide per l'intero territorio nazionale. Stabilire degli standard, non è stata azione semplice, perché nel tempo si erano radicate varie scuole di pensiero.

Occorreva formulare una sintesi accettabile per tutti, permettendo così ai competitori di eseguire figure e balli omogenei.
I balli furono suddivisi in categorie riconosciute ed applicate da tutte le Associazioni Nazionali.

Storia del Ballo Romagnolo
Quello romagnolo è sempre stato un popolo di ballerini.
L’evoluzione del folklore romagnolo di questi balli si deve a personaggi che ne hanno segnato la storia nel periodo che va dal 1880 al 1900.
Si tratta dei cosiddetti “Pionieri” residenti nel famoso Triangolo del Folklore, (Forlì, Faenza e Ravenna) :

-Merendi Giulio detto "Giulio dla Tina"; -Morini Teo detto "Taiuol"; -Attilio e Renzo "ad Lazarè";
-"Baroz" di Villafranca;
-"Zigareta" di Villafranca;
-Tampieri Domenico detto "Pradena" di Faenza

Dal 1900 al 1940 aumentano le occasioni e i luoghi dove ballare.
Appassionanti erano le sfide tra le coppie del Triangolo del Folklore rappresentate da:
Tassinari Guerrino, Calderoni Aldo, Dapporto Ebro, Ghirotti Mario, Tampieri Giuseppe (figlio di Domenico), Cicognani Elio, Vitali Davide, Rosetti Ghiero, Bellenghi Giordano, Raffoni Wanda e Lea, Ricci Delio.
Da queste sfide nacquero anche nuovi passi, codificati in seguito dal Maestro Cicognani.

Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale la passione per i balli d’oltreoceano causò una momentanea battuta di arresto per alcuni passi del folklore romagnolo.

Nel 1967 nasce un nuovo sistema di ballo quasi matematico, che unisce tradizione e innovazione e che ha il suo fulcro nell’accogliente Romagna, grazie soprattutto a Giampiero ed Anna Cicognani, nipoti del grande ballerino faentino Elio Cicognani. Insostituibile il loro lavoro di ricerca di quanto era andato perso nella danza folk, le variazioni messe a punto, la creazione di nuovi passi, etc.
Nel 1975 al Maestro Giampiero Cicognani viene conferito il Diploma di Maestro di Danze Folk dall'Associazione Nazionale Maestri di Ballo.
Il Maestro G. Cicognani ha il grande merito di aver codificato i passi e creato le basi delle Danze Folk Romagnole, descritti nel testo “Basi scritte del Ballo Romagnolo”.
Inoltre con la sua scuola ha formato Campioni e Maestri che si dedicano all’insegnamento di quest’arte, come la coopia formata da Mirko Ermeti e Sandra Filippi.
Il 20 giugno 1976 nasce la Federazione Danze Folk romagnola.
Il 20 ottobre 1986 si costituisce l' Ente Tutela Danze Folk Nel 1997 il CONI riconosce la FIDS (Federazione Italiana Danza Sportiva), quale disciplina associata.
Nel 2007 il CONI ha promosso la FIDS al grado di FSN (Federazione Sportiva Nazionale), riconoscendo dunque la danza sportiva tra gli sport maggiori.
Nel 2015 nasce la società FDF (Fan Danze Folk) dall’aggregazione di maestri di danze folk del territorio romagnolo. La FDF fa parte dell’AICS, di cui è attualmente Presidente Nazionale l’Onorevole Bruno Molea, altresì Presidente mondiale dello CSIT World Sports Games e componente del Consiglio Nazionale del CONI. I soci fondatori della FDF sono Ermeti Mirco, Semprini Paolo, Valzania Ezio, Stefanelli Fabio e Guidi Pierluigi, maestri e personalità influenti nel mondo del folklore romagnolo. La società organizza allenamenti, gare, spettacoli, intrattenimento rispettando le realtà delle singole scuole ma tenendo a mente l’obiettivo comune, favorendo la socializzazione dei ragazzi e la trasmissione di valori autentici quali amicizia, rispetto, lealtà, gioco di squadra, onestà, aiuto reciproco. A cura dei maestri di ballo folk romagnolo che ne fanno parte è stato pubblicato anche il testo di riferimento per questa disciplina con il titolo «Le Danze Folk Romagnole»; il libro è un importante punto di riferimento l’insegnamento dei passi, del ritmo e della tecnica di ballo folk.

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